Testi unici sul Fisco definitivi entro l’estate

Saranno in pubblica consultazione fino al 13 maggio. In arrivo anche un decreto correttivo e uno sulle misure che non richiedono copertura

Due mesi di pubblica consultazione, approvazione preliminare in Consiglio dei Ministri, passaggio parlamentare e poi approvazione definitiva, che dovrà arrivare entro l’estate. Il Viceministro all’Economia, Maurizio Leo, traccia l’iter che, nelle intenzioni del Governo, dovranno seguire i 9 testi unici di riordino di tutte le norme che riguardano il comparto dei tributi, presentati ufficialmente ieri nel corso di un evento a cui hanno preso parte anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il titolare del MEF, Giancarlo Giorgetti.

I nove Testi unici proposti, organizzati per settori di competenza, riguardano: imposte sui redditi; IVA; imposta di registro e altri tributi indiretti; tributi erariali minori; adempimenti e accertamento; sanzioni tributarie amministrative e penali; giustizia tributaria; versamenti e riscossione; agevolazioni tributarie e regimi di particolari settori (si veda “On line i Testi unici della riforma tributaria” dell’11 marzo).

A questi se ne aggiungerà un decimo, in materia di dogane, a cui si è già cominciato a lavorare: “L’obiettivo – ha spiegato Leo – è rivisitare tutto il sistema, tenendo anche conto dei regolamenti comunitari”. Sempre a stretto giro, inoltre, arriveranno altri due provvedimenti attuativi della riforma fiscale, un decreto riguardante i tributi che non hanno impatto sul gettito (“abbiamo già selezionato una serie di misure che si possono adottare in materia di imposte dirette, indirette e tributi minori”, ha sottolineato Leo) e un decreto correttivo: “Con questa massa di norme che abbiamo emanato – ha aggiunto – è necessario fare un fine tuning, peraltro previsto dalla delega”.

Per tutto il resto della riforma che richiede l’impegno di risorse specifiche, invece, si procederà come per i testi unici, con la consultazione pubblica, in modo che contribuenti e addetti ai lavori possano dare suggerimenti.

Nel corso del suo intervento, il Viceministro si è soffermato anche sullo smaltimento delle cartelle arretrate, un magazzino da oltre 1.206 miliardi (cartelle che vanno dal 2000 al 2024) su cui potrebbe decidere una Commissione appositamente istituita per valutare se ci siano possibilità di riscossione. “Se non si riescono a riscuotere – ha rimarcato – una decisione va assunta. Così come vogliamo tendere la mano al contribuente che non ce la fa a pagare, concedendogli più tempo. E questo comportamento ci ha premiato perché nella rottamazione-quater abbiamo portato a casa 6,8 miliardi. Allo stesso tempo bisogna essere inflessibili con chi evade, con chi fa frodi o omette di presentare la dichiarazione”.

Un’impostazione ribadita anche dalla Presidente Meloni, che ha risposto a chi sostiene che alcune delle norme appena varate mirino a favorire gli evasori e nascondano, in realtà, forme di condono: “A smentire queste accuse – ha spiegato – ci sono i numeri, che ci dicono che il 2023 è stato un anno record per la lotta all’evasione fiscale, con un’attività di recupero che ha portato alla cifra di 24,7 miliardi, 4,5 miliardi in più rispetto all’anno precedente”.

Ma anche il dato sui versamenti spontanei, circa 26 miliardi in più sul 2022, secondo Meloni dimostrano che sta iniziando a cambiare la percezione di cittadini e imprese nei confronti dello Stato che, se “giusto e disponibile”, “non merita di essere aggirato”. La Presidente del Consiglio ha concluso il suo intervento dicendosi fiera che sia stato proprio il suo Governo a varare una riforma “attesa da 50 anni”, che fa della “certezza del diritto la sua cifra fondamentale”.

Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia, ha invece volto lo sguardo verso il prossimo traguardo, dare “una risposta comune alle nuove forme di ricchezza che si vanno a determinare”, considerato che le basi imponibili di oggi, che fanno riferimento soprattutto al “mondo dei dati”, “non sono quelle del passato”.

Una riflessione più che mai necessaria, secondo il titolare del MEF, perché “purtroppo il tentativo che è stato fatto di andare verso una tassazione più equa a livello globale, rispetto alle multinazionali, temo che vada a naufragare nell’impossibilità di concludere il suo lavoro”.

Fonte Eutekne – di Savino Gallo