Luxottica, le redini a Del Vecchio: «Dobbiamo essere più veloci»

Luxottica, le redini a Del Vecchio: «Dobbiamo essere più veloci»

Il fondatore dell’azienda, 80 anni: «Più digitale e semplificherò il gruppo.
Verso Adil Khan ho profonda stima e rispetto. Avevo scelto un manager come Guerra, ma si occupava di altro»

Leonardo Del Vecchio torna a prendere le redini di Luxottica. Nell’anno in cui il gruppo degli occhiali raggiunge la soglia record di 9 miliardi di euro, l’imprenditore mette nuovamente mano alla governance decidendo di assumere deleghe operative in prima persona. Il consiglio di amministrazione, che ieri ha approvato il fatturato del 2015, ha infatti varato una nuova struttura. Più snella: Del Vecchio, 80 anni, già presidente, diventa presidente esecutivo, mentre Massimo Vian resta unico amministratore delegato. Esce, dunque, Adil Khan, l’amministratore delegato chiamato solo un anno fa per seguire i mercati. Una separazione consensuale, ha sottolineato il gruppo. «È stato un privilegio lavorare al fianco di Massimo e del cavalier Del Vecchio in un’azienda forte, bella e di grande esempio», ha detto Khan, che ha partecipato a tutta la riunione del Cda. Un consiglio in cui si è parlato a lungo della nuova struttura. Del Vecchio è l’imprenditore che più di tutti si è identificato con la separazione tra l’azionariato e il management.

Perché questa scelta di tornare operativo?
«Perché l’azienda ha bisogno di essere più veloce e più semplice nel prendere le decisioni. Il vertice con i due co-amministratori delegati non consentiva questa velocità. Ma voglio sottolineare che ho nei confronti di Adil Khan una profonda stima e rispetto». Ha avuto un ripensamento sulla gestione ai manager? «Non era mia intenzione cambiare idea. Avevo scelto un manager giovane, il dottor Guerra, pensando di non occuparmi più direttamente di Luxottica. Fino a quando l’amministratore delegato, che era il capo azienda, non ha iniziato a interessarsi ad altro. Gli ho fatto una domanda su quali fossero le sue intenzioni, come è normale che sia e come ha fatto oggi il consiglio anche con me. Mi ha risposto che volevo prendere il suo posto, mettendomi con le spalle al muro. Sono rientrato in Luxottica per affiancare il nuovo management pensando di uscire a dicembre scorso».

E invece?
«Tornando a parlare con le persone, visitando le filiali, andando nei diversi mercati ho capito che l’azienda era indietro. Le faccio un esempio: l’integrazione con Oakley, che dopo otto anni ancora non si è completata. Ora abbiamo un piano perché si concluda nel 2017, dieci anni dopo la sua acquisizione. Ma questi non sono tempi nè mercati che consentano una tale lentezza. Un altro esempio: internet. Ci sono gruppi molto più piccoli di noi che fanno numeri nettamente più grandi con l’e-commerce. Dall’ultimo anno e mezzo stiamo recuperando, cresciamo del 50%. Luxottica è una grandissima azienda, ma se un’azienda non segue il tempo in cui vive diventa vecchia. Io non voglio che questo succeda. Abbiamo davanti a noi un bellissimo futuro».

Il mercato apprezzerà?
«Luxottica non potrebbe avere i risultati che ha se non avesse una struttura manageriale solida. E il mercato lo sa. Nell’ultimo anno e mezzo il titolo è salito da 40 fino a un massimo di 66 euro». Quanto durerà il suo impegno? «Il tempo per rendere l’azienda più snella e veloce, abbiamo un piano per riordinare e semplificare entro il 2017 tutto il commerciale, il marketing e i mercati. Rimarrò almeno fino a quella data. Ma è mio dovere pensare alla successione e ho già iniziato a guardare dentro l’azienda. Abbiamo delle seconde linee eccellenti, il mio successore è tra di loro».

Non sta pensando a un componente della famiglia, allora.
«Non lascerei mai a un figlio un’azienda così grande, non gli darei questa condanna. Ci vuole una squadra di giovani manager: il migliore tra di loro darà la continuità. Quanto alla famiglia, abbiamo una holding, Delfin, nella quale ciascun figlio ha la stessa quota e quando sarà il momento in cui io andrò “in vacanza” aggiungerà dividendi secondo le regole dello statuto che abbiamo approvato».

Non più manager esterni, ma promozioni interne. Anche per Generali si è augurato che sia così.
«Ormai si è creato un mercato di super manager a cui il mercato ha dato una importanza tale che è giusto che chiedano certe cifre. Quello che mi dispiace è che quando escono cerchino delle giustificazioni. Ma se eri il numero due e ti offrono di fare il numero uno è normale che uno se ne vada. Non c’è bisogno di trovare scuse».

Conferma il raddoppio dei ricavi di Luxottica in 10 anni?
«Certamente. È un risultato che raggiungeremo anche senza acquisizioni».

Perché non ne farete più?
«Perché abbiamo possibilità di un raddoppio solo sviluppando ciò che abbiamo, i nostri programmi sono molto precisi. Se verranno acquisizioni cresceremo di più».

Gli Stati Uniti sono il vostro mercato principale. Vanno bene, ma c’è chi sostiene che durerà poco.
«Nonostante Europa e Stati Uniti siano considerati mercati maturi continuano a darci grandi soddisfazioni. È il motivo per cui siamo stati lenti nell’entrare in Asia. Oggi questo ci favorisce perché ci ha dato il tempo di capire meglio il mercato. Abbiamo fatto dei test e compreso che dobbiamo entrare in Cina con una nostra rete di vendita. La stiamo creando, sarò a Pechino a fine febbraio».

Articolo tratto dal Corriere della Sera