Nato un nuovo progetto, un nuovo prodotto oppure una nuova idea, bisogna mettere in atto tutte le considerazioni pratiche, teoriche e quantitative atte a valutare l’impatto che questa nuova avventura avrà sull’azienda.
Sono da considerare alcune variabili interne ed esterne alla società che, in qualche modo, influiscono sulla gestione: il mercato, i cambiamenti politici, giuridici, micro e macro economici, i gusti dei consumatori, le nuove tendenze e i nuovi trend, la concorrenza. Si rende, quindi, necessaria la stesura di un business plan che, detto nella maniera più semplice possibile, è un documento che sintetizza i contenuti e le caratteristiche di un progetto imprenditoriale.
Ma ha ancora senso, data la trasformazione che sta subendo il mercato oggi? Un mercato che sembra non seguire più delle logiche lineari, e in cui tutte le certezze vengono messe in dubbio? Ha ancora senso fare previsioni e spendere tempo e risorse per realizzare un documento del genere? La risposta è sì, in quanto un business plan è soprattutto uno strumento di valutazione interna.
Il motivo principale che porta alla realizzazione di un business plan è quello di chiarire e formalizzare il progetto imprenditoriale in tutti i suoi aspetti, evidenziandone i punti di forza, per analizzare le mancanze e porvi rimedio. In fase di redazione non è raro il palesarsi di punti deboli che ancora non erano emersi, portando a cambi di strategia o cambiamenti di alcuni aspetti. Un business plan, se redatto in maniera completa e rigorosa, può costituire anche un utile strumento per la valutazione “a posteriori” dei risultati raggiunti: una volta che il progetto è stato avviato, il confronto tra i risultati effettivamente raggiunti con quelli previsti riportati nel business plan aiuta a valutare se si stia andando o meno nella giusta direzione ed eventualmente aggiornare, laddove necessario, le strategie aziendali.
Non esiste un modello prestabilito per la redazione del business plan. Tuttavia, è possibile individuare dei requisiti minimi di forma e contenuto dai quali non si può prescindere. In particolare, è buona norma includere nel business plan, nella parte iniziale, un Executive Summary, ossia un riassunto del documento che, in una o due pagine al massimo, sintetizzi l’iniziativa, gli obiettivi, le strategie, i costi, i finanziamenti richiesti e l’uso che si intende fare degli stessi.
La parte qualitativa contiene una descrizione generale del progetto e della sua nascita, analisi di mercato, descrizione del profilo societario con eventuali suddivisioni in quote (opzionalmente una descrizione dei soci con un breve profilo personale), i canali di vendita, promozione e marketing. Nella parte quantitativa, invece, vengono affrontati i temi tecnici come una descrizione con maggior dettaglio del prodotto/servizio, gli aspetti organizzativi della società, la strategia e piano finanziario corredato di un piano previsionale di costi e ricavi. Con il piano finanziario viene analizzato, sintetizzato e formalizzato in chiave economica e finanziaria il progetto imprenditoriale descritto nella parte qualitativa del business plan. Il piano economico-finanziario si sostanzia della redazione di bilanci previsionali, composti da conto economico, rendiconto finanziario e stato patrimoniale, riferiti ad un orizzonte temporale di durata variabile e, comunque, difficilmente superiore al quinquennio.
Contenuto tratto da Sistema Ratio