Burocrazia asfissiante: abbiamo 783 norme fiscali

Burocrazia asfissiante: abbiamo 783 norme fiscali

Tutti i sistemi tributari sono complessi, ma il nostro lo è troppo

Abbiamo talmente tante leggi tributarie da non riuscire nemmeno a contarle con certezza. O quasi. Un recente tentativo arriva a individuarne quasi 800 — per la precisione 783 — tra provvedimenti principali e decreti attuativi.

Il tutto immerso in una perenne incertezza applicativa, che allunga i tempi dei contenziosi e complica la vita alle persone e al Paese.

Ferruccio de Bortoli affronta la marea della burocrazia fiscale che ci sommerge sulle pagine de L’Economia in con il Corriere della Sera.

La materia non è «amichevole» in nessun paese del mondo. Qualche esempio? La legge americana Dodd-Frank, fatta per riparare i disastri finanziari dopo lo scoppio della bolla delle dot.com e detestata da Donald Trump, conta più di 2.300 articoli. Per non parlare dell’Internal revenue code a stelle e strisce che è fatta di quattro milioni di parole. L’America, però, insieme alla Germania (che ha solo una legge generale e 35 testi unici) figurano in cima alla lista dei sistemi fiscalmente «ordinati». Ma anche in Romania e Polonia hanno solo un paio di codici che bastano per tutto.

In 30 anni i tributi statali italiani sono più che raddoppiati di numero, da 101 nel 1987 a 215 oggi. Al 30.01.2018, gli  adempimenti a carico di pensionati e dipendenti sono 10 in più del 2017; per le Pmi sono previste 871 scadenze in un anno; alle tasse nazionali, si sommano quelle regionali, provinciali e comunali, nonostante l’85% del gettito sia garantito da 10 voci.

Per la categoria “lavoratori dipendenti, pensionati e collaboratori”, gli adempimenti previsti nei 12 mesi del 2017 sono stati 471, che diventano ben 871 per imprenditori, artigiani e commercianti; 890 per lavoratori autonomi, professionisti titolari di partita Iva; 651 per le società di persone, e studi associati; 885 per le società di capitali ed enti commerciali e cooperative; e 903 per gli istituti di credito, Sim e altri intermediari finanziari.

Gli adempimenti previsti a gennaio 2018 sono superiori per tutte le categorie di contribuenti rispetto a quelli dello stesso mese del 2017: 37 per dipendenti e pensionati contro i 27 di un anno fa, 68 contro 50 per artigiani e commercianti, 73 contro 55 per i professionisti.

Che cosa si può fare? La prima urgenza — che a onor del vero figura in cima ai piani dell’Agenzia delle entrate — sarebbe affrontare con decisione una semplificazione. Quelle messe in agenda fin qui non hanno funzionato per vari motivi, tra cui anche la mancata consultazione delle grandi categorie di contribuenti. Anche gli altri Paesi riformano e cambiano, con alterni risultati. Raggiungerne qualcuno, però, sarebbe incoraggiante per i contribuenti onesti, perché, dice de Bortoli, «L’aliquota del buon senso dovrebbe essere la più alta».

 

Tratto da “Il corriere della sera”